Queste due forme di dolore spesso coesistono: la compressione di un nervo periferico da parte di una massa tumorale, ad esempio, può iniziare come dolore nocicettivo e, con il tempo, evolvere in una condizione di dolore neuropatico, a causa dei danni progressivi al sistema nervoso.1,3
È importante sottolineare che non tutto il dolore, nei pazienti oncologici, è causato direttamente dal tumore: alcuni studi hanno evidenziato che in 17 pazienti su 100 il dolore è indotto dai trattamenti oncologici stessi, come chemioterapia e radioterapia, che possono danneggiare i nervi e accentuare la componente neuropatica del dolore.1,3
Data la complessità delle origini e delle diverse manifestazioni, una gestione efficace del dolore oncologico ha inizio con una valutazione accurata da parte del clinico.
I parametri chiave più comunemente considerati includono
1:
- intensità del dolore,
- localizzazione, durata e tipologia (es. pulsante, bruciante, acuto),
- eventuale irradiazione, cioè la diffusione del dolore da un punto principale verso altre parti del corpo,
- presenza di fattori scatenanti o allevianti.
Per questo, coinvolgere attivamente il paziente in tutto l’iter terapeutico è essenziale per ottimizzare la diagnosi e migliorare la risposta terapeutica.1
Il dolore oncologico, infatti, può avere un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti, influenzandone negativamente l’umore, il sonno e la capacità di svolgere le attività quotidiane che, a loro volta, possono alterare e acuire la percezione del dolore e la risposta ai trattamenti. Di conseguenza, questi aspetti devono essere integrati nel piano terapeutico, al fine di ottenere una gestione più completa e soddisfacente del dolore.1
Inoltre, la presenza di componenti sia nocicettive che neuropatiche rende ancora più difficile individuare un approccio terapeutico efficace, dato che una singola classe di farmaci spesso non è sufficiente ad alleviare tutte le componenti del dolore.4
Per tutti questi motivi, il trattamento del dolore oncologico rappresenta una sfida complessa per i medici, richiedendo un approccio multidisciplinare che tenga conto sia della complessità biologica del dolore, sia degli aspetti psicologici e sociali che influenzano l’esperienza del paziente.5
Solo attraverso strategie terapeutiche che tengano in considerazione tutti questi aspetti è possibile offrire trattamenti personalizzati che, assieme ad un sollievo significativo, possano garantire la dignità e qualità della vita a chi convive ogni giorno con questa forma di dolore.6
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